Il Quartuccio - Gaeta

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Monte Orlando, Montagna Spaccata, Grotta del Turco, Mausoleo Lucio Munazio Planco

Monte Orlando, Montagna Spaccata, Grotta del Turco, Mausoleo Lucio Munazio Planco

Il monte Orlando è un’appendice dei monti Aurunci. Il suo versante settentrionale è stato costituito in Parco regionale urbano nel 1986.
Il parco, che ha una superficie di 53 ettari, ha una vegetazione ricchissima e particolare, tipica delle zone più calde del Mediterraneo.

Un’altra particolarità naturalistica del parco è la cosiddetta montagna spaccata, che si raggiunge da Serapo. Si tratta di un’impressionante fenditura della roccia, secondo la tradizione dovuta al terremoto che seguì la morte di Cristo. Lungo la fenditura sono stati ricavati 270 gradini, che conducono alla Cappella del crocefisso, costruita dai benedettini nel ‘400. Di fronte al santuario un’altra scala conduce alla grotta del turco, aperta su un mare protetto dal WWF come oasi blu, per preservarne l’ecosistema.

All’interno del parco, sulla sommità del monte, vi è il mausoleo di Lucio Munazio Planco, di età augustea, raggiungibile percorrendo una bella strada panoramica. Dal piazzale antistante si gode un meraviglioso panorama su tutto il golfo di Gaeta.

La Montagna Spaccata

Al Santuario della Montagna Spaccata e della SS. Trinità, fondato nell’XI sec. dai Benedettini, si accede per una bella strada che sovrasta la spiaggia di Serapo. Dalla destra della chiesa della Trinità, attraverso un corridoio, si scende “in verticale” alla Cappella del Crocifisso che sorge sopra un masso.
Da questa posizione oltre al Santuario si può ammirare uno stupendo paesaggio mediterraneo che evoca tutta l’affascinante ricchezza di questo antico mare.

Antiche leggende di pirati si mescolano a storie di Santi e tutto si avvolge in un palpabile alone di mistero in contrasto con i colori splendenti del cielo e del mare.

Negli ultimi decenni la Montagna Spaccata di Gaeta ha scoperto anche un modo nuovo per rendersi affascinante, la sua vocazione alpinistica confortata dalla compattezza del suo splendido calcare. Gli appassionati di questo sport non hanno resistito al suo richiamo ed arrampicano in uno scenario incredibile, fra cielo e mare, su pareti verticali profumate di salsedine.
Sui fianchi della montagna, alta circa 130 metri, sono state aperte una decina di vie, tutte attrezzate in modo impeccabile, di difficoltà variabile, ma mai banali.

Tutte hanno in comune la classica via di discesa, la via dei camini, che permette di raggiungere una cengia a contatto con il mare dopo una vertiginosa discesa in doppia di 110 metri.
In circostanze particolari, quando le onde battute dal vento flagellano le rocce sottostanti si crea un’atmosfera così angosciosa che ha provocato prima della discesa rinunce celebri di alpinisti famosi.
La risalita è obbligatoria!

Non si può rinunciare, o meglio un eventuale ritiro costa un inglorioso ritorno in barca sulla spiaggia di Serapo.
La conquista della vetta, come sempre, è esaltante, in questo ambiente insolito forse lo è ancora di più perchè ha un fascino speciale, ti fa sentire partecipe ai misteri ed alle suggestioni di questo luogo.
In queste foto è rappresenta la discesa per la via dei camini e la risalita sulla via dello spigolo.

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